Il volume affronta la condizione dei minori come paradigma del soggetto contemporaneo, che della funzione degli oggetti e della parola ha fatto due elementi inversamente proporzionali.
Nell’incontro quotidiano degli autori, tutti operatori che lavorano in istituzioni a orientamento psicoanalitico, con le nuove generazioni, emerge come spesso i bambini e gli adolescenti non trovino posto per la loro parola. La richiesta che le istituzioni di cura ricevono è spesso quella di normalizzarli e renderli adatti alle richieste sociali, piuttosto che di ascoltare ciò che hanno da dire.
La condizione di queste nuove generazioni non è forse lo specchio del posto riservato ai soggetti nella contemporaneità, spesso ridotti a ingranaggio di una macchina che deve funzionare ed essere produttiva? Quali risorse si possono mettere in campo per produrre nuovi legami e contrastare la deriva individualista del soggetto contemporaneo?